Robbba seria, zì ~ Siamo proprio sicuri?

giovedì 19 dicembre 2013

Robbba seria, zì

Potrei parlare del cambiamento climatico, degli alieni (sto valutando l'idea di partorire un megapost sui complottisti alieni, lol), potrei scrivere un saggio filosofico o un pensiero profondo che cambierebbe il mondo. Invece no, sono una specie saltimbanco purtroppo e preferisco parlare di minchiate.

Come mai chi viene dalla provincia di Roma è generalmente sgrammaticato ed usa lettere ignote al genere umano? 

Questo perché il nostro modo di parlare è piuttosto simile all'italiano medio, non avendo quindi un vero e proprio dialetto, siamo soliti storpiare le parole già esistenti in modo unico e vivace.
Un esempio banale, è la parola Borsa. Vivo da quasi due anni con una mia amica romagnola, e la differenza pronuncia della lettera S è abissale.
Dire ad un romano (e dintorni) borsa, è qualcosa di alieno. Bortsa, casomai.
Pentsare, Pertsone, Pertsonale e così via.
Ogni qualvolta la lettera S si trova dopo una consonante (Contsonante), ma prima di una vocale, cambia drasticamente dal suono S al suono TS. Credo ci siamo delle eccezioni, ma sto facendo una cosa alla grossa...
Al contrario, la cara lettera S all'inizio di una parola, seguita immediatamente da una consonante, diventa sibilata, una specie di hhhs, un po' come il serpentese di Harry Potter. "Ah hhhhs'upido" non è serpentese...purtroppo.
Rimane stranamente invariata la S seguita da vocale. So, Sai, Sanno, Sei, Salire ecc ecc.
Ci sono ovviamente le eccezioni, usare l'amabile articolo "ER" prima di una parola iniziante con S, produce il suono TS. Er tsole (Il sole).

Un'altra consonante incompresa del nostro "alfabeto particolare", è la lettera C.
Mettetevelo in testa, noi non diciamo "SC", SC è burino, SC è un suono proibito riservato ai contadini!
Brignano non dice disciamo, dice dichamo, con una C molto masticata, ma mai simile al suono SC!
Accendere è masticato, accendino, acceso, accidenti ecc...
Tutto questo succede quando la nostra beniamina è doppia; ebbene sì, quando la c'è una doppia c il suono tende ad essere molle, masticato. Quando invece è sola, o ad inizio parola prende le sonorità di una K
Casa è troppo semplice, CCasa invece, presenta una perfetta sonorità austera.
CCazzo, CCavallo, CCortello.
nda. Da non confondere con la C toscana, che ad inizio parola sembra uno scatarro

Nella nostra provincia, non esistono la lettera B, esiste solo ed esclusivamente la lettera BB.
Abbete, Abbdotto, Ebbete, Obbeso...
Idem con patate per quanto riguarda la G. Reggina, no, non la squadra.

Peculiare è anche la pronuncia assente della L nelle parole Dolce, Coltello, Lo, Le, La.
Dorce, Cortello, 'o stronzo, 'a (h)scema. 

Esistono poi suoni che non dovrebbero esistere, per natura!
Io non sto piangendo, io sto a piagne.
Tu non mangi, magni.
Gnente - niente.
Sono tutt'ora convinto che la parola Frignare sia incorretta. Me stolto.

Arriviamo ora al momento succulento di tutto il post, la ERRE! Lei.
Lei è quella che va raddoppiata quando non dovrebbe, e strascicata viceversa.
Lei è quella vacca che va scritta due nella parola R per esteso: ere.
Lei è quella che va raddoppiata se ad inizio di una qualsiasi parola. Per dare enfasi, insomma.
Arrivo, arivo, stessa cosa insomma.

Vogliamo parlare del fatto che sostituiamo la lettera A con la vocale E?
Quando ero un bambino - Quann'ero regazzino.
Qui si può notare anche la totale scomparsa dell'ultima vocale se di fronte ad un'altra, e il raddoppiamento (o rafforzamento) della terzultima lettera.
Sì, perché ci piace complicarci la vita tentando di semplificarla, un po' come i quindicenni.
Perché dire Può quando se pò dì Pò! 
Perché complicarci la vita con Are - Ere - Ire quando tutto può terminare con un accento?
Avè, Barattà, Criticà, Dormì, Elencà, F...
(Avere, Barattare, Criticare, Dormire, Elencare, F...)

La simpatica wikipedia (oggi mi sono fissato con gli aggettivi sarcastici) mi suggerisce le abbreviazioni come "Te le dò" in "T-è dò" (ti meno)"Nello stipite" "N-ò Stipite".

Qui si va sull'incredibile, perché troncare solo le parole lunghe, quando posso allungare quelle corte come no e sì?
Noné e Siné, quindi!

Quer, Quei, Quò, Quà, Stò, Stà, Stè, Stì. Quel, Quelli, Quello, Quella, Questo, Questa, Queste, Questi.

Ok, basta, questa fiera di eresie grammaticali finisce qui! Mancano cose, altre non le so proprio (hey, sono cresciuto tra Lazio e Umbria, il mio modo di parlare è ibrido, che pretendi!)

Mi fa male la testa hahaha @_@



*Nota a piè di pagina scritta per esteso per fare scena: Brignano mi sta sulle palle.

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