aprile 2012 ~ Siamo proprio sicuri?

London life

La via parellela a dove vivo...È così british, è così lontana e vicina allo stesso tempo.

Madrid

Come non si può innamorarsi di un città come Madrid? Estás en mi corazón, siempre!

Napoli

Forse uno dei posti dove ho mangiato meglio!

Zaragoza

Il mondo è bello perché possa fare foto stupide ovunque

Budapest

Assaggiate il Kurtőskalács!

martedì 24 aprile 2012

Indicazioni stradali

Abbiamo preso strade diverse.
Comincia, anzi finisce, tutto così. Ci siamo mai soffermati un attimo su questa frase? Abbiamo preso, voce del verbo prendere, trapassato prossimo, prima persona plurale; strade, nome comune di cosa, femminile, plurale; diverse, aggettivo qualitativo. No, non era qui che volevo arrivare.
Abbiamo preso strade diverse. Ok, strade, non direzioni; sono pienamente convinto dell'esistenza della strada a "treccia". E che d'è sta strada a treccia? Semplice, uno prende due strade differenti, diverse, o come diamine vi pare, ma trova dei punti di contatto con l'altra strada percorsa da una persona x. E questo semplifica le cose, ma vanifica al tempo stesso il modo di dire! Perché significa che due persone, per un motivo, o per un altro, si sono allontanate, ma non hanno smesso di sentirsi, di volersi bene, di incontrarsi ogni tanto. È un po' come le magnifiche strade di Roma - uso magnifiche per non utilizzare di merda - iniziano a doppia corsia in entrambi i versi, e poi magnificamente diventano un bivio a senso unico, con una sola ed unica corsia, per poi ricongiungersi chilometri dopo. È anche un modo per raccontarsi sempre cose nuove, per quanto all'inizio possa sembrare dura. Insomma, non è poi una cosa così negativa, questo voglio dire.
Poi ci sono le strade che si incontrano una volta sola, e poi spariscono nel nulla. Ed a volte è un bene...
E no, non sono strade parallele, sono incroci! Può esistere il caso di una strada ricurva che fa un'inversione ad U e rincontra la tua strada, ma prima o poi sparirà, creando tanto traffico, difficile anche da smaltire superato il punto di unione.
Ecco, tu sei un incrocio, di quelli complicati, con 4 semafori, 8 corsie e mezzo, un cane bloccato al centro che non riesce a tornare sul marciapiede; un ingorgo stradale descritto solo nei peggiori incubi di un vigile urbano Newyorkese. Solo che io sono a piedi, mentre tu sei in macchina, mi chiedi se voglio uno strappo, ti rispondo di no, e questo perché non voglio ficcarmi nel caos del traffico nell'ora di punta.
Il caos è il tuo cervello, bacato con tanto di verme, e tu sei un incrocio con inversione ad U, ma io continuo per la mia strada, sul marciapiede, perché di caos ne ho già tanto di mio, e tu, cara mia, sei solo un problema che non ho più voglia di ascoltare.
Trent'anni e non sentirli...già.
Vent'anni e sentirli tutti, e rendersi conto di avere molto più sale in zucca di te, che nel cervello hai la segatura.
Detto ciò, se davvero hai intenzione di riprendere i rapporti con me, bé, scordatelo, dimenticatelo, elimina questo pensiero dalla tua mente, cercati qualcun'altro da confondere con le tue paturnie mentali.
"No, non scherzare, mi disturba"
"No, mi hai deluso perché non hai fatto ciò che io volevo"
"No, ti prego, smettila"
"No, sei volgare"
Mavv'a cagare principessina de 'sto cazzo!
Uhh, sono stato volgare, mi vergogno talmente tanto che ti indico io la strada per andare a fanculo.

Magari dovrei dare una spiegazione a tutto ciò.
Ex-amica di trentanni + Seri problemi mentali che a quanto pare faccio scaturire sempre io, con la mia omosessualità molesta, ma che dovrei sbandierare in pubblico (citando le parole "Dovresti vestirti da gay"), con la mia malsana voglia di fare quello che voglio senza avere una moglie non voluta + professare la nostra profonda amicizia e continuare a lasciare sorpresine indigeste = Io non voglio avere niente a che fare con te.

sabato 7 aprile 2012

Nessuno mi può sentire

Inizio dicendo che il nuovo layout di blogger fa schifo.
No, no, non sto esagerando, mi fa quasi male agli occhi, è accecante. URTO!

Che dire, se non niente di nuovo? Ecco, niente, questa sarebbe la risposta perfetta.
Già. Niente. Il vuoto, l'annullamento totale della mia prigionia mentale.
E invece no, e invece no...
Sto sempre qui, a parlare di quanto mi vada male, di quanto voglia fuggire, di quanto - a mio malgrado - non ho il coraggio di farlo.
Arranco, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto. Ogni respiro è perso, ogni momento è inutile, però vado avanti, senza meta, senza motivo, senza scopo.
Scopo...un parolone detto da un nichilista. Nessuno ha uno scopo, tanto meno chi dice "voglio continuare la specie"; a che pro? Per soddisfare la vostra egoistica concezione di vita, ecco perché! E purtroppo, rientro anche io in quella categoria di idioti: vorrei avere un marmocchio - in un futuro lontano, sia chiaro -.
Forse due; ma è davvero giusto? È davvero corretto mettere al mondo un'altra creatura destinata alla tristezza, alla sofferenza, all'esasperazione, perché dotata di "intelletto"?
Per quanto osiamo negarlo, la verità non è voler mettere al mondo una nuova vita, ripopolare la specie, bensì appagare il nostro orologio biologico, farci credere che sia la cosa giusta e allevare questa nuova vita fino al nostro spegnimento. Oh sì, la natura è furba, molto furba.
Ma anche cretina.
Altrimenti non si spiegherebbe perché abbia  il terrore di vivere, il terrore di essere, la paura di divenire qualcosa che agogno...non si spiega. Come posso aver paura dell'unica cosa che ho? Come posso stare sempre allo stesso punto, pur sapendo di sprecare qualcosa che non tornerà?
Sarà il periodo nero, sarà l'età, sarà che non sappia cosa voglio realmente dalla vita, sarà che non ho nessuna passione da coltivare, sarà che tutto ciò che mi circonda mi disgusta...
Eppure vedo, ogni giorno, ogni singolo giorno, gente che ha qualcosa per cui vivere, persone che sanno cosa vogliono, persone che inseguono un sogno, persone con un talento.
Io che talento avrei? Non so fare nulla per bene, niente di niente, sono un mediocre scribacchino, un mediocre disegnato, un mediocre grafico. Non mi piace suonare, non so cantare, quel che cucino è commestibile per grazia, non so recitare, non eccello in niente, tanto meno in intelligenza, limitata anche quella. Ho una resistenza irrisoria alla sforzo fisico, oltre il livello base non riesco ad imparare una lingua straniera, e faccio battute scadenti e trite.
Wow.
Aggiungerei che non so neanche vendere via telefono, né tanto meno porta a porta.
Bah...che campo a fare? Ah sì, sempre l'egoismo umano e questo istinto d'attaccamento alla vita.
Vivo per alzarmi a mezzogiorno, per mentire sulla mia sessualità, per intossicarmi di tè ogni giorno, e fissare un inutile monitor, nella speranza di qualche cosa, quando so benissimo che se non alzo il culo io, non succederà nulla.
Vivo per togliermi le sopracciglia, rifarmi la tinta, rendermi presentabile in questo mondo di superficialità, nella speranza che qualcuno mi noti, che si accorga che esisto, che urlo aiuto ogni singolo istante della mia esistenza, che tento di fuggire da una prigione che non esiste, ma che mi impedisce di vivire.
Come può qualcuno sentire le mie urla, se di facciata propongo sempre un sorriso?
Non riesco a piangere, non che aiuterebbe, però farebbe comodo...Gli occhi si gonfiano e l'unica cosa che ottengo è fastidio alla gola.
E dato che nessuno leggerà questo post, bé, domani vado a ingozzarmi di cioccolata, forse riempirà questo dannato vuoto per una, forse due ore.
Se sono fortunato tre.

Oh, in allegato con il mensile "Depressi per sempre", un vecchio post di Febbraio, che non ho avuto il coraggio di pubblicare.


Vorrei avere un sogno, una passione, come la stragrande parte della gente. Magari entrambi.I miei sogni sono andati a puttane, prima che potessero formarsi, non hanno neanche tentato di imporsi, sono andati via, così come sono venuti, neanche si sono degnati di salutare, semplicemente puff. Spariti, come se non ci fossero mai stati.Volevo diventare un fumettista. Il disegnare, oltre a non fare per me, soprattutto a cadenza regolare, no, orribile mestiere.Volevo fare la scuola di design. Frequento; noia, mai visto nulla di così noioso e poco stimolante. Sorge spontanea la domanda "perché continuo a pagare le tasse?"Volevo fare il grafico, peccato che non sia portato...Volevo, volevo, volevo. Ma cosa? Cosa voglio?Mi ritrovo a vent'anni senza un'illusione, senza qualcosa che mi faccia andare avanti ogni giorno. Non dovrei essere abbagliato dalla potenza di queste illusioni adolescenziali? Coltivarle per dieci, quindici anni e vederle appassire piano piano. Eppure non ho avuto una vita così tragica da distruggere le mie aspettative, ma è così, non ne ho. Sono una fottuta scatola, isterica, triste, con uno, forse due angoli muffi, con dentro tante piccole cose  che insieme non formano nulla. Come la base di un ferro da stiro e il tappo di una biro, insieme non servono a molto. Figuriamoci se presi in singolo.C'è chi prende in mano una chitarra e va in estasi, a me cascano le braccia stile effetto soporifero. Chi senza pennello non vive; qualcuno che apre gli occhi e crea. Io li apro ogni mattina, e mi chiedo ogni singola volta perché si siano aperti, per quale motivo debba alzarmi dal letto. Perché non posso rimanere a dormire, così...senza svegliarmi.A quale scopo dovrei farlo? Per convincere la gente a passare al mercato libero di Acea?...Però la risposta è semplice. Io non vivo. Arranco, giorno dopo giorno, dando a volte la parvenza di avere uno scopo da raggiungere, pur sapendo dell'inutilità stessa del concetto di scopo.Consumo ossigeno. Ed inquino. Consumo provviste di cibo - poche - e continuo a far passare i giorni. Guardo il tempo scorrere, magari posso spacciarlo per un hobby: "guardare lo scorrere del tempo da esterno".Bello. Utile soprattutto.Mi capita di sorridere solo dietro una macchina fotografica. Ovviamente poco portato anche per quello, e soprattutto troppo costoso per le mie esigue finanze da operatore telefonico.Dovrei correre dietro alle ragazze? Ho constatato che la vagina mi fa schifo - chiedo scusa alle ragazze che leggono -. Dovrei quindi correre dietro ai maschi? Sì, ok. Ne ho il terrore